Introduzione
«Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle».
Il famoso aforisma di Paul Valéry sembra un controsenso: come fa la cosa più superficiale che abbiamo ad essere anche la più profonda?
La nostra pelle non è solo un organo di senso, che ci permette di percepire il tatto, il calore e il dolore. Questo è ben noto alle ostetriche, che da sempre sostengono l’importanza del contatto pelle a pelle tra la puerpera e il suo bambino, che crea un legame indissolubile, più potente di qualsiasi parola.
La nostra pelle rivela anche il nostro vissuto, tramite le nostre cicatrici, eventuali tattoo e rughe: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele” sosteneva la celebre Anna Magnani.
È quindi un importante organo di comunicazione, il primo contatto tra il sè e l’ambiente esterno. Non a caso, molte patologie cutanee si possono accompagnare a problemi di relazione, ansia e depressione.
Saper leggere i segnali che ci manda la pelle ci può inoltre aiutare a migliorare la nostra salute generale e talvolta salvarci la vita perché alcune malattie degli organi interni possono dare le loro prime manifestazioni proprio sulla cute.